Bruno Cirino

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Bruno Cirino nel 1968

Bruno Cirino, all'anagrafe Bruno Cirino Pomicino (Napoli, 25 ottobre 1936Vercelli, 17 aprile 1981), è stato un attore e regista teatrale italiano.

Diplomato all'Accademia nazionale d'arte drammatica, cominciò la sua carriera di attore teatrale sotto la guida di Eduardo De Filippo (Il Contratto, 1967). In seguito partecipò a spettacoli allestiti da Franco Zeffirelli (Romeo e Giulietta), Giorgio De Lullo (Il giuoco delle parti) e Giuseppe Patroni Griffi (Napoli notte e giorno).

Negli anni settanta, insieme a Roberto Bisacco, fondò la cooperativa Teatroggi con la quale, nella borgata romana di Centocelle, mise in scena due testi di Dacia Maraini, Gli anni del fascismo nel 1971 e Viva l'Italia nel 1972, dei quali curò anche la regia. Negli anni successivi la sua carriera alternò lavori di impegno sociale e politico (Marat-Sade di Peter Weiss, Il diavolo e il buon Dio di Jean-Paul Sartre, Il re muore di Eugène Ionesco con la regia di Aldo Trionfo) ad altri che si proponevano la rivisitazione dei classici della tradizione (Georges Dandin di Molière nel 1979) e del Novecento (La lezione e Le sedie di Ionesco). Nel 1977 interpretò L'idiota di Fëdor Dostoevskij sotto la direzione di Aldo Trionfo, spettacolo nel quale poté mettere in luce le sue notevoli doti interpretative.

I suoi lavori di rilievo furono numerosi, da I confessori di Vincenzo Di Mattia del 1978, Marat Sade di Peter Weiss regia e allestito con la compagnia "Teatro Oggi", nel 1978, Uscita d'emergenza di Manlio Santanelli del 1980 – allestito con la cooperativa teatrale Gli ipocriti – a Liolà di Luigi Pirandello nel 1981.

Il suo debutto come attore protagonista avvenne nel Teatro Inchiesta Il processo Cuocolo, di Gianni Serra, nel 1969.

La vera notorietà al grande pubblico giunse poi tra il 1972 e il 1973, con l'interpretazione del "maestro D'Angelo" nello sceneggiato Rai "Diario di un maestro" di Vittorio De Seta.

Cassio governa a Cipro di Giorgio Manganelli, dall'Otello di William Shakespeare, regia di Gianni Serra, richiesta da Luca Ronconi, direttore della Biennale Teatro di Venezia 1974, fu forse lo spettacolo teatrale più prestigioso di Bruno Cirino.

Nell'ottobre del 1976 inaugurò il Teatro Tenda di Piazza Mancini con "Rocco Scotellaro", un testo di grande impegno civile, scritto da Nicola Saponaro, e ispirato alla figura del poeta lucano.

In campo cinematografico si ricordano le sua apparizioni in film di rilievo, tra i quali Allonsanfàn (1974) di Paolo e Vittorio Taviani e Libera, amore mio! di Mauro Bolognini (1975).

Svolse parallelamente un'intensa attività sul piccolo schermo, partecipando a sceneggiati televisivi come Dedicato a un bambino (1970) e Dedicato a un medico (1973), al film TV La vita di Leonardo da Vinci (1971) di Renato Castellani, nel ruolo di Michelangelo. Interpretò inoltre il ruolo del protagonista nel film per la tv Diario di un maestro, del regista Vittorio De Seta, ambientato nella realtà complessa delle borgate romane all'inizio degli anni settanta.

Morì prematuramente a Vercelli nel 1981 all'età di 44 anni, per un attacco cardiaco che lo colpì in automobile al ritorno da una lunga tournée[1][2].

Era fratello maggiore del politico democristiano Paolo Cirino Pomicino e fratello minore dell'attore Franco Cirino.

Bruno Cirino nel film Allonsanfàn (1974)

Doppiatori italiani

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Prosa televisiva Rai

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  1. ^ Bruno Cirino, su ricerca.repubblica.it, 14 aprile 2011.
  2. ^ e. d. m., Stroncato da infarto l'attore Cirino interprete dei «Diario d'un maestro», in La Stampa, 18 aprile 1981, p. 7.
  • Le teche Rai, la prosa televisiva dal 1954 al 2008
  • Gli attori, Gremese editore Roma, 2003
  • Giuseppe Spataro, Sperimentazione e prassi nella ricerca artistica di Bruno Cirino, Youcanprint, 2017, ISBN 8892614436

Altri progetti

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